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Prof. Leonardo RINALDI
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INSEMINAZIONE E FECONDAZIONE IN VITRO: ASPETTI NORMATIVI

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A cura di Alessandro Ceschini

Il divenire padre e madre costituisce l’esperienza più coinvolgente, profonda e definitiva della vita umana. Potremmo affermare che è proprio la nascita di un figlio che istituisce la famiglia, appunto perché questa ha il suo specifico in quell’elemento “terzo” che è la genitorialità e la progettualità della coppia. Da un punto di vista psicologico, un figlio gratifica molti dei bisogni consci e inconsci dei genitori in quanto offre loro l’opportunità di ricrearsi nuovamente, proiettando sul nuovo venuto l’immagine della persona che avrebbero desiderato essere. L’incapacità di procreare rappresenta quindi da una parte una dolorosa ferita del narcisismo individuale e una diminuzione dell’orgoglio nei confronti dell’immagine di sé, dall’altra il disattendere le aspettative sociali legate alla funzione genitoriale accentua nei due partner il senso di vergogna e di colpa per non riuscire ad essere ciò che gli altri si aspettano da loro.
Quando i bambini non arrivano e viene diagnosticata una condizione di sterilità, uno dei sintomi più frequenti cui vanno incontro i pazienti che si rivolgono presso un Centro di Procreazione Assistita è pertanto la presenza di sentimenti ed emozioni contrastanti, attraverso le quali essi tentano di fronteggiare un evento che sfugge al loro controllo. Il primo vissuto emotivo che si presenta nel paziente infertile in trattamento medico è quello che siano state violate le sue aspettative di una generatività “naturale” proprie di tutti gli individui: l’essere stigmatizzato come sterile dà inizio ad un frantumarsi della propria fiducia in un ordine universale che non era mai stato messo in dubbio sin dall’infanzia.
Soprattutto è nella donna, impossibilitata a realizzare naturalmente la sua funzione riproduttiva e materna che si sviluppa il maggior disagio emotivo ed interpersonale: la maternità rappresenta una esperienza importante nel processo di formazione dell’identità femminile e, di conseguenza, non poter procreare come le altre donne incide profondamente sulle sue capacità di adattamento psico-sociale.
Durante i cicli di trattamento assistitito i rapporti tra i partner della coppia tendono inoltre a deteriorarsi e spesso inizia tutta una serie di manifestazioni di colpa persecutoria, di inferiorità e di vergogna per via, magari, di precedenti incontri sessuali, di aborti praticati nel passato, di ritardi nel pianificare la famiglia attraverso l’aiuto degli specialisti.
Anche quelle volte in cui la comune sofferenza tende a mantenere l’accordo nella coppia, lo stress generato dai trattamenti medici genera tensione nell’intimità della loro unione. L’attività sessuale, che è essenziale per il mantenimento del legame tra i partner, spogliata della sua potenziale funzione procreativa, viene ora vissuta come sterile e meccanica. In questi casi, lo stress da trattamenti per la sterilità produce perdita del desiderio, disturbi nel raggiungimento dell’orgasmo, episodi d’impotenza o di eiaculazione precoce. Spesso, il drastico calo nella frequenza dei rapporti sessuali che si verifica nelle coppie è anche da ascriversi alla modalità stessa dei trattamenti: ai due partner vengono date indicazioni specifiche su quando avere i rapporti sessuali, che vengono, pertanto, a perdere l’essenza stessa che li caratterizza, ovvero l’incontro spontaneo tra due persone che si amano. Fare l’amore non porta, in questi casi, alcun conforto e nessun senso d’intimità, ma solo un reciproco sentimento di insufficienza.
La coppia sterile che si sottopone ad un iter diagnostico-terapeutico finalizzato alla procreazione si trova inoltre a dover affrontare una sofferta sequenza di stati emotivi che si susseguono nel tempo: i due partner sperimenteranno uno stato di sorpresa iniziale e poi il rifiuto della sterilità, la collera ed il senso di isolamento ad essa connessi, quindi la sensazione di colpa ed infine la paura che neanche il sapere scientifico della Riproduzione Assistita possa aiutarli a diventare genitori in caso d’insuccesso.
Da quanto detto risulta evidente che troppo a lungo sono stati sottovalutati gli effetti psicologici dei trattamenti di procreazione assistita sulla coppia sterile, sul suo stato di salute e di benessere. Ma ancor più desideriamo sottolineare come tali aspetti emotivi abbiano poi, attraverso un processo retroattivo, una ripercussione anche di natura fisiologica sull’apparato riproduttivo: i collegamenti ormai accertati tra stress, emozioni, ormoni e sistema immunitario ci consentono, infatti, di verificare come a forti stati di ansia e depressione corrispondano alterazioni, per quanto riguarda l’uomo del liquido spermatico e per la donna della funzione ovulatoria.
In ultima analisi, appare sempre più opportuno che ogni Centro di Procreazione Medicalemente Assistita garantisca l’offerta di un supporto psicologico, nella forma della consulenza o di una vera e propria psicoterapia, alle coppie che si trovano ad affrontare la sofferenza fisica ed emotiva legata ai trattamenti per superare la condizione d’infertilità. L’intervento psicologico potrà infatti aiutare sia i Medici che i pazienti nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica delle tecniche e dei cicli di riproduzione assisitita.
Per eventuali informazioni, dubbi o approfondimenti potete contattare il dott Ceschini che provvederà a rispondervi al seguente indirizzo di posta elettronica: infopsicologia@fertilizzazioneinvitro.it


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